Storytelling e Aziende: come cosa e perché

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Ok, lo ammetto, non sto per scrivere nulla che rivoluzionerà il tuo modo di pensare o di scrivere: questo post non contiene nessuna rivelazione straordinaria.
E infatti comincio con tre frasi che tutti noi avremo letto e sentito mille volte:

Le persone amano le storie.
Le persone capiscono le storie.
Le persone sono coinvolte dalle storie.
E ora chiediti: Chi compra i tuoi prodotti e i tuoi servizi?

Pensa alle informazioni che ogni giorno ci vengono “rovesciate” addosso, molte di loro sono raccontate sotto forma di storia: che sia un post, una news, una canzone o semplicemente un vecchio libro. Le storie sono ovunque.

Quindi perché le aziende fanno ancora fatica a includere le storie nel cuore delle loro campagne di comunicazione?
E, attenzione, non sto parlando dell’ “about” di un sito. Ma dello stile comunicativo dell’azienda.

Le storie rendono facilmente digeribile un soggetto molto complesso, dipingono le cose più interessanti e aiutano a evidenziare un argomento più “collegabile” alla tua audience.
Le storie sono un modo per cambiare la reputazione di un’azienda o alterarne la percezione.

Quali fattori sono importanti quando vogliamo raccontare una storia in ambito aziendale?

Semplicità

Lo so che tu conosci i tuoi prodotti per filo e per segno, ma probabilmente per il resto della popolazione mondiale non è così. Credimi che non tutti sono a conoscenza del significato di un acronimo o di un termine specifico che tu usi con la stessa facilità con cui bevi un caffè: bisogna spiegare con termini semplici, frasi corte e in modo diretto.
Oh, non ho detto di banalizzare: devi rendere accessibile a tutti il tuo messaggio.

Includi le persone

Ogni storia ha i suoi personaggi.
Se da una parte sono sicura che la nuova policy delle Risorse Umane è super interessante (certo) la tua audience è molto più propensa a farsi coinvolgere nel momento in cui viene a sapere come ne sarà toccata. Ascoltare come Mario ora ha un migliore rapporto vita lavorativa / vita sociale, è qualcosa con cui le persone possono relazionarsi. A volte è proprio questo che forse suggerisce quale azione prendere.

Usa esempi e analogie

“Se il mio pc fosse una macchina probabilmente sarebbe una Ford. Affidabile ma non veloce. Grazie ai nuovi aggiornamenti del mio team IT ora ho un’Audi, veloce, reattiva e ha tutto ciò di cui ho bisogno.” Mettendo questo messaggio in un contesto di vita reale, aiuterai la tua audience a collegarsi, mettersi in relazione con la tua storia. Usare analogie che mettano in relazione persone reali con esperienze concrete rende un argomento molto più facile da capire che usare un linguaggio corporate.

Un finale con una chiara call to action

Se non chiedi alla tua audience cosa fare o cosa pensa, non puoi aspettarti che faccia quello che vuoi. Qual è il tuo obiettivo? Cosa vuoi raggiungere? Cosa dovrebbe fare una persona con le informazioni che gli stai dando? C’è un messaggio su cui ti piacerebbe che le persone agissero?

Errori da evitare

La comunicazione non è uno scherzo. Bisogna studiare il modo migliore in cui la tua azienda può (e non può) raccontare le storie giuste alle persone giuste.

Per esempio, lo sapevi che cominciare con un “Ora vi racconto una storia” suggerisce un’impostazione mentale sbagliata visto che chi lavora, solitamente non ha tempo per le storie? Se vuoi raccontare una storia, devi passare dal discorso alla storia in modo naturale.
Dire qualcosa del tipo:
“Ecco come abbiamo evitato che succedesse un disastro informatico l’anno scorso” attira più l’attenzione di un “Ora vi racconto una storia”

Un altro errore da evitare è quello di credere di raccontare una storia e invece si sta solo esponendo un fatto.
Se in una storia non accade nulla, non è una storia.
Una storia deve avere un tempo, un posto, le persone e un evento che accade per un motivo. Tutto deve tendere ad un unico obiettivo: far chiedere a chi ti sta ascoltando “e ora cosa succede?”

Anche scegliere un personaggio (un eroe) sbagliato può avere delle conseguenze negative: per esempio, la tua azienda non può essere l’eroe della tua storia, perché, diciamocelo, spegneresti immediatamente qualsiasi accenno di attenzione della tua audience. Le persone di tutti i giorni devono essere le tue eroine. Mostra come loro possono diventare speciali.

Infine, non usare parole astratte o generiche.
Le parole astratte si dimenticano più facilmente perché attivano unicamente l’area del cervello dedicata a processare il linguaggio. Le storie concrete si ricordano di più perché le aree attivate sono molteplici. Allo stesso modo essere specifici aiuta a memorizzare meglio un discorso: non dire albero, di’ quercia. Nnn dire cane, di’ doberman.

Un ultimo esempio. Secondo te quale frase rimane più in mente?
“Mi ha colpito”
“Mi ha proprio steso”
“Mi ha buttato a terra come avrebbe fatto Chuck Norris”

 

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